Alcuni mesi fa, alla ricerca di finanziatori mi trovavo a Lussemburgo, insieme ad una serie di persone "del giro" (ormai ci conosciamo tutti hahahah perfino uno dei miei idoli, Rick Salmon, mi ha riconosciuto "Hi Aldo!") e ovviamente quando la compagnia è godibile, si spengono gli accessi a internet dei cellulari e ordinata una buona birra iniziano le conversazioni che amo.
La questione che fu messa sul tavolo in quel momento più o meno suonava come "ma che cavolo è il Cloud Computing?". Bella domanda... "That, is the right question" direbbe l'ologramma del creatore di robot.
Ovviamente nessuno di noi confuse il Cloud con l'housing, l'hosting, l'asp, e tutte le altre sigle che servono a indicare "un costo ripetuto mensilmente per ottenere un servizio". Che sia un server, una applicazione o uno storage, per cui si paga un tot ogni mese, tutti i mesi, lo usi o non lo usi e soprattutto sai dov'è fisicamente, allora non si parla di Cloud computing.
Ce la siamo ovviamente presa col marketing relativamente alla corretta applicazione della parola "Cloud" (ma perchè il popolo alla ricerca di finanziatori è fatto sempre di tecnici?). A parte una breve parentesi in cui mi sono ricordato che in Italia abbiamo servizi chiamati "storm" o "la nuvola italiana", tutti eravamo d'accordo sul fatto che i concetti fossero fumosi (hahahah!) e negativi (la tempesta ad esempio non è esattamente un concetto positivo) trasformando questa opportunità in paura.
Non ricordo dove avevo sentito qualcuno che, non avendo capito bene la parola "Cloud", l'avesse scambiata per "Cow". Qui (
http://youtu.be/Sgb62RQec8Q) oppure ascoltando due persone discuterne: "What did you think about Cloud computing?" "What? Cow computing?".
Però a me l'idea del "Cow computing" convince di più, e come concetto riesco a spiegarlo più semplicemente, quindi buttai sul tavolo il mio punto di vista più o meno in questo modo.
COW COMPUTING
Consideriamo le aziende come se fossero fattorie, ognuna con la sua stalla con le mucche che forniscono latte fresco, carne, concime, ecc.
Ogni azienda, relativamente alla sua necessità di funzionamento (e di servizio), ha una stalla più o meno ampia che contiene più o meno animali.
Ha costi per tenere in vita gli animali: acqua, cibo, stalla, veterinario, ecc.
Bene.
Questa azienda un giorno riceve un ordine per il doppio della carne che riesce a produrre, risponde con un preventivo che viene accettato quindi amplia la stalla, compra più gli animali, assume un nuovo manutentore e fa un contratto per due veterinari.
Dopo qualche tempo quel cliente trova un fornitore più conveniente e l'azienda si trova un surplus di costi (e, se l'azienda è italiana, per ridurli fa la cosa più ovvia: licenzia un pò di gente e straccia i budget IT... Ma questa è un altra storia)
Così rimane sul mercato alla ricerca di altri contratti che le possano permettere di sfruttare la sua rinnovata e potenziata capacità produttiva.
Un virus, una tempesta, una carestia, troppa neve o troppa pioggia, sono elementi che rischiano di far schizzare i costi e le necessità, anche se la produzione langue.
Esiste allora una soluzione più corretta? Ovvio: 1) vendere la stalla, 2) vendere gli animali 3) appoggiarsi ad una altra fattoria specializzata.
L'altra fattoria ci fornirà il latte che ci serve, una bottiglia al giorno, ad un costo preciso definito e accontabile.
Nel momento in cui si ottiene un contratto di fornitura importante e servirà più latte, basterà comprare più bottiglie al giorno, mese dopo mese. E se dopo qualche mese quel contratto svanisce... beh, si diminuirà il latte acquistato. Semplicemente. Costi certi e nessuna catastrofe.
Ovviamente questo vale anche per la carne, il fertilizzante, ecc. ecc.
Quindi.
Il Cow Computing è la possibilità di fare a meno di avere un proprio sistema informativo, spogliandosi dei costi incerti, di quelli della manutenzione, riducendo i casi di disastro e, in generale, avendo la possibilità di calcolare velocemente i costi delle necessità in modo più puntuale.
Qualcuno dirà "ma questo non è l'outsourcing?".
Quasi.
La realtà è che non devo mai preoccuparmi di "dove" sono i miei dati o di dotarmi di truppe di costosissima carne da cannone di altre aziende che devono lavorare nella sede aziendale, userò solo "internet". Attraverso il web riceverò un servizio e non dovrò preoccuparmi di dove sono i miei dati e le mie applicazioni... stanno "da qualche parte nelle nuvole".
Saranno fatturati solo i costi d'uso: quando userò i computer "Cow" pagherò il tempo che mi sono serviti. La sera non lavoro? Non mi costa. La domenica? Neanche, natale, capodanno, ferragosto?.. Nemmeno. (wow! no?)
E nel momento in cui avrò un nuovo contratto che mi obbliga ad aumentare la potenza di calcolo... beh, semplicemente pagherò un pò di più.
Questo è anche il concetto alla base del Cloud Computing.
Ovvio che in un post di un blog non si possano affrontare tutte le casistiche (e risolvere la fame nel mondo), la speranza è riportare qui quella discussione nella speranza che sia utile a qualcuno per capire meglio.
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